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regia  Matteo Riva

drammaturgia Maurizio Giovagnoni               

con  Matteo Bonanni e Roberta Di Matteo

assistente alla regia Nicolò Valandro

musiche Danuta Conti

scene Alessandra Gugliara

costumi Max&Teo

video a cura di  IDEO

si ringrazia Gloria Riva

durata 60 minuti

 

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Di ombra e di luce

Io, Michelangelo Merisi detto il Caravaggio

PROSSIME DATE

7 Settembre 2018 CARAVAGGIO Sagrato Chiesa Parrocchiale SS Fermo e Rustico

12 Giugno 2018 CONCOREZZO Chiesa Parrocchiale SS Cosma e Damiano

13 Maggio 2018 MACERATA

12 Maggio 2018 Ostra Teatro La Vittoria 

11 Maggio 2018 SAN MARINO Teatro Titano​

4 Novembre GIUSSANO ore 21 presso la Sala Don Caccia via D'Azeglio 32 

10 Novembre  MISSAGLIA ore 21 presso Scuola La Traccia via Don Carlo Gnocchi, 6

17 Novembre INVERIGO ore 21 presso Piccolo Teatro Santa Maria  via Rocchina 14

23 Novembre CARATE BRIANZA ore 21 presso Teatro L'Agorà Via Amedeo Colombo, 2

16 Gennaio SEREGNO ore 21 presso Teatro S. Valeria  via Wagner 85

23 Gennaio MILANO ore 21 presso Teatro Rosetum  via Pisanello 1

 

Il testo teatrale nasce dal desiderio e dalla necessità di sentire parlare di Caravaggio da Caravaggio stesso. Lo spettacolo, un assolo drammatico dell'artista, coincide con la parte finale della sua vita: nel luglio del 1610 dopo anni di fuga  da Roma a Napoli e poi in Sicilia, Caravaggio si reca a porto d'Ercole per salpare su una nave che l'avrebbe dovuto ricondurre a Roma.

Aveva da poco ottenuto la grazia dalla condanna a morte che pendeva sul suo capo a causa di un omicidio da lui compiuto durante una rissa; ma a Porto d'Ercole viene fermato e interrogato per accertamenti e intanto la nave salpa senza di lui.

Malato e abbandonato,  troviamo l'artista  solo e febbricitante sulla spiaggia di Porto d'Ercole in una sorta di delirante racconto di sé stesso, che si snoda attraverso lucide considerazioni sulla sua arte e drammatiche descrizioni della sua contraddittoria  natura umana. 

Caravaggio è un artista che ci ha lasciato eredi di un'opera immensa che non si finisce mai di ammirare e scoprire. Le sue tele dichiarano un forte e spietato realismo che si manifesta all'interno di un contesto misterioso e spirituale, dove il sacro si incontra con la materia. L'inquadratura stringente e l'uso marcato dell'ombra e della luce (come a teatro), recintano e allo stesso tempo dilatano figure e cose. La forza e la disarmante bellezza delle sue opere sta proprio in questa unione di elementi che solo il Merisi è in grado di raggiungere. 

La descrizione dei corpi, delle vesti, degli ambienti, degli oggetti e della natura, si dipana in una misteriosa, urgente, allarmata visione, che supera il tempo e lo spazio, rendendo ogni sua opera una vera e inaspettata apparizione.  

La rappresentazione teatrale è lontana da stereotipi e connotati didascalici, avvicinandosi il più possibile al corpo e alle parole del personaggio nel quale l'attore si identifica. La messa in scena si struttura in un divenire di soluzioni registiche capaci di generare e rigenerare il mondo visivo dell'artista. 

L'azione drammaturgica non vuole essere un resoconto del finale di una vita tormentata, piuttosto il tentativo di compiere un viaggio dentro l'anima  dell'artista per superare l'idea riduttiva di Caravaggio come personaggio maledetto, distruttivo o autodistruttivo, o ancor peggio, fuori dal suo tempo. Michelangelo Merisi è stato pienamente uomo del suo tempo, erede geniale dell'arte che l'ha preceduto, interprete lucido e rigoroso della rappresentazione del sacro che fonde con le sue tensioni personali.  

    

Di  ombra e di luce non è un racconto ma piuttosto una incursione sfacciata e umile, (dettata da ammirazione e affezione) nel cuore di un artista, di un uomo che emblematicamente si offre con le sue miserie e grandezze, peccati e redenzioni, nella luce e nell'ombra, come ogni uomo.  

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