
LISA
1519- 2019 per i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci
regia Michele Mariniello
drammaturgia Adriana Bagnoli e Michele Mariniello
con Adriana Bagnoli
assistente alla regia Gianluca Rota
musiche Andrea Motta
scene
costumi Max&Teo
video a cura di Matteo Bonanni
durata 60 minuti
Il presente è la capacità dell’uomo di sottrarsi al nulla
Leonardo Da Vinci
La Gioconda è assediata dai flash, dai telefoni e dalle folle, è una donna imprigionata in un quadro. Anzi, è l’arte stessa ad essere prigioniera di chi oggi non sa più guardare. Ma chi c’è dietro il quadro più famoso del mondo? Cosa è accaduto all’artista mentre ritraeva questa donna?
Lo spettacolo è un monologo a due voci, di una Monna Lisa immaginata al momento del ritratto, davanti a Leonardo: i due si studiano, si avvicinano, si raccontano, vivono di fronte a noi l’istante irripetibile di essere occhi negli occhi. Con ironia e forza Monna Lisa racconta di sé e della sua storia avventurosa di icona indiscussa, e di Leonardo, genio incostante e dilettante.
Attraverso l’incontro dei due personaggi scopriamo una delle figure centrali dell’arte e del pensiero moderno, senza i fronzoli delle leggende, ma dritti al cuore del problema umano di Leonardo. Il sogno e l’opera d’arte, la natura e la tecnica, la perfezione e lo schizzo, la curiosità l’innovazione e la forma pura: questa dialettica nasce e si sviluppa nell’animo dell’artista e nelle sue opere, dove l’incompiuto e il non risolto rimangono forse l’elemento più affascinante.
“Come sta la luna?” si chiede Leonardo. E il suo desiderio lo guida ad una risposta che vuole abbracciare tutto, dall’astronomia e le leggi della fisica, alle regole della prospettiva in pittura, fino all’armonia della musica. Noi seguiamo i suoi passi grazie al sorriso di una delle sue opere più famose, che si scrolla di dosso le interpretazioni e si prende in giro, con la passione alla vita che aveva Leonardo, come in un ultimo tentativo di lasciare traccia viva in un mondo che chiude e ingabbia.
Non si può avere nulla.
Nemmeno la nostra arte.
Bisogna stare attenti anche quando delle cose
si vorrebbe solo disegnare il contorno
si rischia sempre di volerne essere il padrone.
Bisogna provare a tornare liberi.
Ma come è difficile, bambina.